1. PREMESSE
    Il sacramento della confessione è l’incontro gioioso con la misericordia di Dio, che conosce le nostre miserie e le nostre debolezze e che mai nega il suo perdono a chi è sinceramente pentito e ricorre a Lui. Grazie a questo sacramento io posso essere sicuro di essere in grazia di Dio, ovvero di vivere nella Sua amicizia e posso pertanto accostarmi con gioia e letizia interiore alla Santa Comunione, quando partecipo alla Santa Messa. Questo sacramento è necessario per ottenere il perdono di tutte le colpe gravi di cui si è coscienti, ma è vivamente raccomandato anche per purificarsi dai peccati veniali, ricorrendovi con una certa frequenza (all’incirca una volta al mese), per tenere pulita la nostra anima che si macchia con le colpe quotidiane; ciò è necessario specialmente se ci si accosta regolarmente alla Santa Comunione.

    Le colpe veniali, infatti, formano come delle piccole macchie sulla nostra anima: ma cosa succede ad una tovaglia bianca macchiata con 200 piccole macchioline? Di certo non potrei adoperarla se ho ospiti a pranzo! La stessa cosa succede se mi accosto a ricevere Gesù nella comunione sacramentale: posso accogliere l’Ospite
    divino su una tovaglia tanto macchiata? Per questo la Chiesa ha sempre raccomandato la confessione frequente, dando anche diversi insegnamenti su come vivere bene questo meraviglioso sacramento. Per fare una buona confessione si richiedono alcuni atti: il pentimento, la confessione (preceduta da un buon esame di coscienza), e l’adempimento della penitenza sacramentale che il sacerdote impartisce prima di dare l’assoluzione.

  • Irreligione: ho sempre pregato regolarmente almeno al mattino e alla
    sera?
  • Bestemmia: Ho bestemmiato Dio, la Madonna o i santi?
  • Falso giuramento: Ho giurato il falso oppure per futili motivi?
  • Voti e promesse: Ho adempiuto eventuali voti o promesse fatte a Dio?
  • Irriverenza: Ho raccontato barzellette su Dio, la Madonna e i santi?
    Ne ho parlato in modo irriverente, indecoroso, irrispettoso?
  • Comunioni sacrileghe: Ho fatto la comunione eucaristica in stato di peccato grave, senza confessarmi (magari in occasione di un funerale, o in matrimonio)?
  • Confessioni sacrileghe: Durante le mie confessioni passate, ho nascosto volutamente al confessore (non dicendolo) qualche grave peccato per paura di essere rimproverato o di non essere assolto, oppure per vergogna? Mi sono confessato senza alcun pentimento e senza nessun proposito di cambiare vita? Ho adempiuto la penitenza impostami dal confessore?
  • Digiuno e astinenza: ho digiunato il Mercoledì delle ceneri e il Venerdì santo (anche negli anni passati)? Ho mangiato carne i Venerdì di Quaresima e gli altri Venerdì dell’anno?
  • Precetto pasquale: mi sono sempre confessato e comunicato almeno
    per Pasqua?
  • Messa domenicale: Sono stato a Messa tutte le Domeniche e le feste comandate (Natale, Pasqua, Assunzione, Epifania, Ognissanti, Immacolata, Capodanno)?
  • Irriverenze: Durante la Messa, mi sono inginocchiato almeno durante la consacrazione? O sono rimasto sempre in piedi? Ho fatto la genuflessione dinanzi al Tabernacolo entrando in Chiesa?
  • Lavoro nel giorno festivo: Ho lavorato, senza esservi costretto da vera e grave necessità, di Domenica, privandomi del giusto riposo e del tempo da dedicare alla preghiera ed alla famiglia? Sono andato a fare shopping di Domenica?
  • Profanazione del luogo sacro: sono entrato in Chiesa vestito in maniera indecorosa o indecente (con pantaloncini corti, maglie senza maniche, scollature, gonne al di sopra del ginocchio)?
  • Offese ai ministri di Dio: Ho parlato male della Chiesa, del Papa, dei sacerdoti? Ho contestato pubblicamente o privatamente le verità di fede cristiana o le posizioni del Papa e dei Vescovi?
  • Peccati contro la fede e la morale cattolica: Sono favorevole a dottrine contrarie al cristianesimo e condannate dalla Chiesa (aborto, divorzio, contraccezione, eutanasia, fecondazione artificiale, etc)? Ho dato il voto a partiti o persone che appoggiano queste aberrazioni? In passato ho votato a favore dell’aborto o del divorzio?
  • Occultismo: Ho frequentato maghi, cartomanti, etc.? Ho partecipato a sedute spiritiche? Ho dato culto e onore al diavolo?
  • Superstizione: porto addosso o in casa amuleti, portafortuna, corni,
    ferri di cavallo o altre cose superstiziose?

  • Verso i genitori: Ho onorato i miei genitori? Li ho aiutati, anche economicamente, se sono nel bisogno? Mi prendo cura di loro, se anziani, o preferisco tenerli in ospizio?
  • Verso i figli: sono stato attento e premuroso? Li ho corretti con amore,
    se hanno sbagliato? O ho lasciato correre per quieto vivere? Ho pregato
    con i miei figli e in famiglia?
  • Verso il coniuge: Ho litigato con mia moglie/marito (magari davanti ai
    figli…)?
  • Odi, rancori, inimicizie: Ho odi, rancori o desideri di vendetta verso qualcuno? Sono in lite con qualcuno (non ci parlo), specialmente con qualche parente?
  • Aborto: Ho abortito oppure cooperato all’aborto, acconsentendovi o
    anche solo consigliandolo? Ho accompagnato qualcuno ad abortire?
  • Droga, alcool, fumo: Ho fatto uso di droghe? Ho abusato dell’alcool o
    del fumo mettendo a repentaglio la salute?
  • Guida spericolata: Ho guidato in modo da mettere a repentaglio la vita mia e quella del prossimo? Ho osservato il codice della strada?
  • Percosse: Ho usato violenza fisica contro le persone (coniuge, figli,
    nemici)?
  • Rapporti prematrimoniali: Se sono ancora fidanzato, ho peccato contro la purezza e la castità (rapporti sessuali prematrimoniali)?
  • Libere convivenze: Ho convissuto con il mio fidanzato/a per un certo
    periodo di tempo vivendo come se fossimo marito e moglie?
  • Adulterio: Ho commesso adulterio (anche solo col pensiero o con lo
    sguardo)?
  • Contraccezione: Ho adoperato mezzi contraccettivi contrari alla
    morale cattolica (pillola, profilattico, spirale, coito interrotto)?
  • Masturbazione: Ho commesso atti impuri in modo solitario?
  • Immoralità e pornografia: Ho visto spettacoli immorali, letto stampa immorale, navigato su siti internet immorali? La coscienza mi rimprovera di essermi lasciato andare a peccati impuri di una specie particolarmente grave? Di quali specie?
  • Inseminazione e fecondazione artificiale: Ho ricorso a queste pratiche per forzare il dono della vita?
  • Pensieri impuri: ho volontariamente guardato ciò che non si deve
    desiderandolo?
  • Peccati contro il buon uso del denaro e dei beni: Ho pagato le tasse?
    Ho giocato d’azzardo? Ho restituito beni e denaro presi a prestito? Sono stato onesto nello stabilire prezzi o parcelle professionali? Ho frodato qualcuno (assicurazioni auto, clienti, fornitori, etc.)? Ho acquistato materiale di cui sapevo con certezza la provenienza illecita o dal contrabbando? Ho procurato gratuitamente danni all’ambiente (città, luogo di lavoro, natura)?
  • Volgarità e trivialità: sono stato volgare nel modo di parlare? Ho detto parolacce? Ho fatto discorsi osceni?
  • Peccati contro la verità e la buona fama del prossimo: Ho mentito, alterando la verità? Ho parlato male di qualcuno? Di chi? Della Chiesa, del Papa, di qualche sacerdote?
  • Modestia e decoro nell’abbigliamento: Sono stato sempre casto,
    dignitoso, decoroso e modesto nel modo di vestirmi?

Il sacramento della confessione è indubbiamente uno dei più importanti e santificanti in assoluto. Insieme all’eucaristia rientra tra i sacramenti che si possono ripetere ed è ad essa ordinato, perché è condizione necessaria e imprescindibile per accostarsi alla santa comunione quando si è coscienti anche di un solo peccato mortale commesso, mentre è sommamente e caldamente raccomandata nei casi in cui non si sia coscienti di colpe gravi, ma si abbia la lodevolissima abitudine di accostarsi quotidianamente alla
santa eucaristia.

La Chiesa insegna che la confessione dei peccati veniali, pur non essendo
obbligatoria per i fedeli è tuttavia “caldamente raccomandata”.


I peccati veniali, infatti, pur non facendo perdere la grazia santificante, indeboliscono
e raffreddano la carità, fanno scivolare nella tiepidezza, e predispongono al compimento dei peccati mortali. Un’anima che commettesse in maniera deliberata e leggera dei peccati veniali in maniera abituale, certamente esporrebbe la propria anima al rischio di cadere facilmente in colpa grave.

Sono veniali i peccati che hanno come oggetto delle trasgressioni alla legge di
Dio in materia lieve; sono invece imperfezioni tutte le mancanze alla pratica
delle virtù cristiane e all’adempimento dei doveri. Oggetto della confessione
di devozione sono i peccati veniali deliberati o semideliberati che si possono
commettere e tutte le mancanze alle virtù o ai doveri del proprio stato.

Prima di entrare nel dettaglio degli orientamenti circa l’esame di coscienza da fare per prepararsi alla confessione frequente, è bene aggiungere qualche ulteriore parola. I peccati veniali deliberati devono essere completamente eliminati dalla vita interiore di chi aspira ad essere un buon cristiano. Non si può commettere, ad occhi aperti, un’offesa a Dio anche se in materia lieve.
Bugie volontarie, parolacce, piccole vendette covate e messe in atto, maldicenze premeditate, piccole irriverenze volontarie, etc. devono essere eliminate dalla vita interiore.
È invece impossibile, senza una particolare grazia di Dio, eliminare completamente e tutti i peccati veniali “semideliberati”, ovvero quelli commessi per debolezza, passione o per i disordini legati al temperamento. Chi desidera la santità, inoltre, deve evitare
di commettere ad occhi aperti anche le mancanze alle virtù e ai doveri, limitando le proprie “cadute” alle inevitabili miserie e innumerevoli imperfezioni legate alla nostra condizione di figli di Adamo ed Eva, decaduti dall’originaria perfezione e costretti a combattere contro il vortice continuo e incalzante delle passioni disordinate e dei difetti di cui il nostro cuore, purtroppo, pullula in continuazione.

La confessione di devozione ha come oggetto tutti i peccati veniali di cui si è coscienti, le cadute in atti derivanti dai sette vizi capitali, le principali mancanze ai doveri del proprio stato, i peccati o imperfezioni legati ai difetti predominanti del nostro temperamento e le mancanze principali alle virtù teologali o cardinali, con particolare e principale attenzione all’aurea virtù della carità.

  1. I peccati veniali più diffusi e pochissimo confessati sono:
    le maldicenze e le mormorazioni (parlare male del prossimo senza grave ragione o seminare zizzania nei rapporti tra le persone);
    i giudizi temerari (pensare male delle intenzioni del prossimo e interpretare in male le sue parole o azioni);
    la nomina irriverente del nome di Dio o della Madonna usati come intercalare;
    le piccole imprecazioni;
    i peccati impuri semideliberati di pensiero o di sguardo (cosa che accade quando si sofferma il pensiero o lo sguardo su materia impura senza distoglierlo subito, senza però pienamente consentirvi. Si badi però che se le immagini o i pensieri sono gravemente osceni bisogna immediatamente distogliere il pensiero o lo sguardo per non peccare mortalmente);
    le volgarità nel parlare (quando non siano troppo gravi o offensive del prossimo);
    le piccole offese al prossimo (frequentissime nella vita familiare);
    l’omissione saltuaria della preghiera al mattino o alla sera;
    il parlare in Chiesa senza motivazione grave o il farlo ad alta voce.
  2. Per ciò che concerne i vizi capitali
    occorre fare molta attenzione alle frequentissime cadute dovute al vizio dell’ira (impazienze, arrabbiature e altro),
    alla superbia (specie parlando bene di se stessi, vantandosi delle cose che si fanno, compiacendosi e gloriandosi nei complimenti),
    all’avarizia (omissioni nel fare possibili elemosine),
    alla gola (mangiare o bere più del necessario o farlo per pura ghiottoneria o golosità),
    all’invidia (peccato molto frequente e poco confessato),
    alla lussuria (che è lieve solo nei casi descritti al punto precedente) e
    all’accidia (pigrizia, distrazioni volontarie nella preghiera, eccesso nel riposo, perdite gratuite di tempo).
  3. Riguardo i doveri del proprio stato
    bisogna verificare se e come si adempiono i doveri di madre e padre, di marito e di moglie, i doveri professionali (come si lavora, quanto si lavora, se si è puntuali, assennati, precisi, etc.), i doveri di prete, di frate, di suora etc.
  4. Molto importante è anche l’esame sui difetti del proprio temperamento.
    Così il temperamento collerico dovrà esaminarsi sempre sulla superbia e sull’ira e sulle mancanze alla carità,
    il sanguigno principalmente sull’ira e sull’incostanza e (anch’esso) sulle mancanze alla carità,
    il flemmatico sulla gola e sulla pigrizia e sulle mancanze alla virtù della fortezza,
    il malinconico sulla tristezza, la permalosità, la maldicenza, la piccineria e il pettegolezzo e anche sulle mancanze alla carità.
    Individuare il proprio temperamento è fondamentale per ben un buon esame di coscienza.
  5. Veniamo infine alle mancanze alle virtù.
    La carità è per noi figli di Dio la legge suprema. Ogni volta che trattiamo male anche lievemente il prossimo, che lo mortifichiamo anche minimamente, che usiamo modi scortesi, non gentili, villani, sgarbati manchiamo a questa aurea virtù e alla sua gemella che è la dolcezza.
    Le impazienze, con gli altri, con se stessi con gli imprevisti o con le prove della vita, sono innumerevoli in questo mondo.
    Le mancanze di fede quando ci preoccupiamo delle nostre cose, quando non ci affidiamo a Dio sono parimenti mancanze da confessare.
    Così come la paura, che un figlio di Dio mai deve avere.
    La tristezza è mancanza alla gioia dei figli di Dio e deve essere confessata.
    La mancanza di fiducia che porta allo scoraggiamento, o all’angoscia o alla disperazione, deve essere confessata.
    Infine le innumerevoli suscettibilità, permalosità, continue ricerche di riconoscimenti e attestazioni, di stare al centro dell’attenzione;
    il lamentarsi in continuazione di tutto e di tutti;
    il biasimare gratuitamente l’operato altrui anziché pregare per lui;
    lo sciupare il tempo oppure il non saperlo ben organizzare;
    il disordine nel tenere la propria casa, il proprio luogo di lavoro e anche la propria persona vestendo in maniera sciatta o trasandata;
    la grossolanità e la mancanza di delicatezza nel nostro rapporto con Gesù, sia quando stiamo in Chiesa o nella preghiera;
    la perdita della pace interiore dovuta a preoccupazioni inutili, contraria alla mansuetudine dei figli di Dio.

    Lo Spirito Santo, che sempre deve essere invocato insieme a san Michele, guiderà chi lo desidera ad una sempre maggiore conoscenza di sé per una celebrazione sempre più fruttuosa di questo sacramento.
    La confessione di devozione andrebbe fatta (bene) almeno una volta al mese. Una volta ogni otto giorni per chi desidera compiere un serio cammino di santificazione.

*tratto dal sito del sacerdote don Leonardo Maria Pompei che ringraziamo e benediciamo.