SANT’ANTONIO ABATE – MEMORIA
Colore Liturgico Bianco

Prima lettura
Affrettiamoci a entrare in quel riposo.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 4,1-5.11
Fratelli, dovremmo avere il timore che, mentre rimane ancora in vigore la promessa di entrare nel suo riposo, qualcuno di voi ne sia giudicato escluso. Poiché anche noi, come quelli, abbiamo ricevuto il Vangelo: ma a loro la parola udita non giovò affatto, perché non sono rimasti uniti a quelli che avevano ascoltato con fede. Infatti noi, che abbiamo creduto, entriamo in quel riposo, come egli ha detto:
«Così ho giurato nella mia ira: non entreranno nel mio riposo!».
Questo, benché le sue opere fossero compiute fin dalla fondazione del mondo. Si dice infatti in un passo della Scrittura a proposito del settimo giorno: «E nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue opere». E ancora in questo passo: «Non entreranno nel mio riposo!».
Affrettiamoci dunque a entrare in quel riposo, perché nessuno cada nello stesso tipo di disobbedienza.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Sal 77
R. Proclameremo le tue opere, Signore.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore.
Essi poi si alzeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma custodiscano i suoi comandi.
Non siano come i loro padri,
generazione ribelle e ostinata,
generazione dal cuore incostante
e dallo spirito infedele a Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo. (Lc 7,16)
Alleluia.
Vangelo
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 2,1-12
Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Parola del Signore
🌿Commento al Vangelo con gli scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta 🌿
Venerdì 17 Gennaio 2025
S. Antonio abate (m); S. Roselina; S. Giuliano
1.a settimana del Tempo Ordinario
Mc 2,12
«lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Volume 30, Giugno 29, 1932
“Figlia mia benedetta, il vivere nel mio Volere racchiude tanti prodigi e segreti da far strabiliare Cielo e terra.
Tu devi sapere che come la piccolezza della creatura entra in Esso si sperde nella sua immensità, e la Divina Volontà la riceve nelle sue braccia per farne conquista, ed il volere umano si fa conquistatrice della Divina.
Ora in queste conquiste d’ambo le parti, la Divina Volontà festeggia la conquista dell’umana, facendone l’uso che vuole;
l’umana volontà festeggia la grande conquista fatta della Divina e volendone fare l’uso che vuole la spedisce al Cielo, come conquista sua e portatrice di nuove gioie e felicità che possiede.
La mia Volontà conquistata dall’anima non si dà indietro, bilocandosi resta e parte per la sua Patria celeste solo per secondare colei che l’ha conquistata, e porta la nuova conquista che ha fatto dell’umano volere e le gioie e felicità che racchiude la Divina Volontà conquistatrice.
La mia Volontà felicitante e beatificante che sta in Cielo e la mia conquistatrice che sta in terra si tuffano insieme ed allagano le celesti regioni delle nuove gioie che possiede la mia Divina Volontà conquistatrice;
perché tu devi sapere che le gioie della mia Volontà conquistatrice sono ben distinte e diverse da quelle della mia felicitante.
Le [gioie] conquistatrici non stanno in potere dei beati, 𝗺𝗮 𝗶𝗻 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗲𝘃𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮, e 𝘃𝗲𝗻𝗴𝗼𝗻𝗼 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮𝘁𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗼𝗴𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗱𝗼𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲, e 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗻𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝘃𝗼𝗹𝗲𝗿𝗲;
invece le gioie felicitanti stanno in potere loro e sono frutti ed effetti del celeste soggiorno in cui si trovano.
C’è gran differenza tra le gioie della mia Volontà conquistatrice e quelle della mia felicitante.
Posso dire che non esistono in Cielo le mie gioie conquistatrici, ma solo in terra.
Ed oh, come è bello vedere la creatura che, 𝗾𝘂𝗮𝗻𝘁𝗲 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗳𝗮 𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗩𝗼𝗹𝗲𝗿𝗲, 𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝘀𝗶 𝗳𝗮 𝗰𝗼𝗻𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗮𝘁𝗿𝗶𝗰𝗲 𝗱𝗶 𝗘𝘀𝘀𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗳𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗖𝗶𝗲𝗹𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗣𝘂𝗿𝗴𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼, 𝗶𝗻 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗲 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗲𝘀𝘁𝗿𝗶, 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘃𝘂𝗼𝗹𝗲 !
Molto più che essendo la mia Volontà dappertutto ed ovunque, non deve far altro che bilocarsi per dare il frutto, le gioie della nuova conquista che la creatura ha fatto di Essa.
Figlia mia, non vi è scena più commovente, più deliziosa, più utile, che vedere la piccolezza della creatura venire nella nostra Volontà Divina, fare i suoi piccoli atti e fare la sua dolce conquista d’una Volontà immensa, santa, potente, eterna, che tutto racchiude, può tutto e possiede tutto.
La piccolezza della creatura nel vedersi conquistatrice d’un Fiat Divino sì interminabile resta stupita, non sa dove mettersela , vorrebbe racchiuderLa tutta in sé, ma le manca lo spazio;
perciò prende per quanto può, fin a riempirsi tutta, ma vede che le restano mari immensi ancora, e facendola da prode vorrebbe che tutti prendessero un tanto bene.
Ecco perciò la spedisce al Cielo, come sacro diritto della Patria celeste, ed a chiunque la vuole, e con ansia si accinge a fare altri atti in Essa per riacquistarla tante volte per quanti atti va facendo;
𝗲’ 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗿𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝗿𝗰𝗶𝗼 𝗱𝗶𝘃𝗶𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝗮[𝗻𝗼] 𝗗𝗶𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗲𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗖𝗶𝗲𝗹𝗼 𝗲 𝗹𝗮 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗮”.