MERCOLEDÌ DELLA SETTIMANA SANTA
Colore Liturgico Viola

Prima Lettura
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
(Terzo canto del Servo del Signore)
Dal libro del profeta Isaìa
Is 50,4-9a
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.
È vicino chi mi rende giustizia:
chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste:
chi mi dichiarerà colpevole?
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 68 (69)
R. O Dio, nella tua grande bontà, rispondimi.
Oppure:
R. Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore.
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono diventato un estraneo ai miei fratelli,
uno straniero per i figli di mia madre.
Perché mi divora lo zelo per la tua casa,
gli insulti di chi ti insulta ricadono su di me. R.
Mi sento venir meno.
Mi aspettavo compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Mi hanno messo veleno nel cibo
e quando avevo sete mi hanno dato aceto. R.
Loderò il nome di Dio con un canto,
lo magnificherò con un ringraziamento,
Vedano i poveri e si rallegrino;
voi che cercate Dio, fatevi coraggio,
perché il Signore ascolta i miseri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.
Acclamazione al Vangelo
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Vangelo
Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.
Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Parola del Signore.
🌿Commento al Vangelo con gli scritti della serva di Dio Luisa Piccarreta 🌿
Mercoledì 16 Aprile 2025
S. Bernardetta Sourbirous; S. Benedetto G. Labre
Settimana Santa
Mt 26,21
«In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
Volume 14, Novembre 20,1922
“Figlia mia, le pene dell’amore sono le più strazianti.
Vedi, in queste correnti d’amore tra Me e il Padre mio c’è tutto l’amore che mi dovevano tutte le creature, 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗱𝗶 𝗰’𝗲’ 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝘁𝗿𝗮𝗱𝗶𝘁𝗼, 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼, 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗻𝘁𝗼, 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗼, 𝗹’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗰𝗮𝗹𝗽𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼, ecc.
Oh, come mi giunge trafiggente al mio Cuore, da sentirmi morire!
Tu devi sapere che nel creare l’uomo fissai tante correnti d’amore tra Me e lui; non mi bastava d’averlo creato, no, dovevo mettere tante correnti d’amore tra Me e lui, che non ci doveva essere parte di esso in cui non scorressero queste correnti.
Sicché nell’intelligenza dell’uomo correva la corrente d’amore della mia sapienza, nell’occhio correva la corrente d’amore della mia luce, nella bocca la corrente d’amore della mia parola, nelle mani la corrente d’amore della santità delle mie opere, nella volontà la corrente d’amore della mia, e così di tutto il resto.
L’uomo era stato fatto per stare in continue comunicazioni col suo Creatore; e come poteva stare in comunicazione con Me, se le mie correnti non correvano nelle sue?
Col peccato spezzò tutte queste correnti e restò diviso da Me;
sai tu come successe?
Guarda il sole: tutta la sua luce batte sulla superficie della terra e la investe tanto da far sentire il suo calore, tanto al vivo e reale che porta la fecondità, la vita a tutto ciò che la terra produce, sicché il sole e la terra si può dire stanno in comunicazione fra loro.
Oh, come sono più strette le mie comunicazioni tra l’uomo ed Io, vero Sole Eterno!
Ora se una creatura potesse aver potere di spezzare tra la terra e il sole la corrente della luce che batte sulla superficie, qual male non farebbe mai?
Il sole ritirerebbe a sé tutta la corrente della luce, la terra resterebbe all’oscuro, senza fecondità e senza vita.
Qual pena meriterebbe egli mai!
Tutto ciò fece l’uomo nella creazione.
Ed Io scesi dal Cielo in terra per riunire di nuovo tutte queste correnti d’amore, ma, oh, quanto mi costò!
𝗘 𝗹’𝘂𝗼𝗺𝗼 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗮 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗶𝗻𝗴𝗿𝗮𝘁𝗶𝘁𝘂𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮 𝗮 𝘀𝗽𝗲𝘇𝘇𝗮𝗿𝗺𝗶 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗠𝗲 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲”.