SAN GIUSEPPE LAVORATORE – MEMORIA

Colore Liturgico Bianco

Prima Lettura

Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.

Dagli Atti degli Apostoli
At 5,27-33

In quei giorni, [il comandante e gli inservienti] condussero gli apostoli e li presentarono nel sinedrio; il sommo sacerdote li interrogò dicendo: «Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».
Rispose allora Pietro insieme agli apostoli: «Bisogna obbedire a Dio invece che agli uomini. Il Dio dei nostri padri ha risuscitato Gesù, che voi avete ucciso appendendolo a una croce. Dio lo ha innalzato alla sua destra come capo e salvatore, per dare a Israele conversione e perdono dei peccati. E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli obbediscono».
All’udire queste cose essi si infuriarono e volevano metterli a morte.

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale

Dal Sal 33 (34)

R. Ascolta, Signore, il grido del povero. 
Oppure: 
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Gustate e vedete com’è buono il Signore;
beato l’uomo che in lui si rifugia. R.
 
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano i giusti e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce. R.
 
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore. R.
 

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Di giorno in giorno benedetto il Signore: a noi Dio porta la salvezza. (Sal 67(68),20)

Alleluia.

Vangelo

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 13,54-58

In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: “Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?”. Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Parola del Signore.
 

Giovedì 1 Maggio 2025
S. GIUSEPPE, lavoratore (mf); S. Riccardo Pampuri
2.a di Pasqua

Mt 13,54-55

«Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi?
Non è costui il figlio del falegname»? 

Volume 28, Giugno 2,1930

“Figlia mia, quietati, quietati, tu sai che Io non ho tollerato mai in te dubbi e timore, che sono stracci vecchi dell’umana volontà.
Il mio Fiat Divino, dov’esso regna, non ammette queste miserie, perché 𝗽𝗲𝗿 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝘀𝘂𝗮 𝗲‌ 𝗽𝗮𝗰𝗲 𝗲 𝘀𝗶𝗰𝘂𝗿𝗲𝘇𝘇𝗮, e tale rende l’anima che si fa dominare dalla sua luce.
Perciò Io non voglio da te se non che 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗶𝗿𝗼, 𝗶𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗽𝗮𝗹𝗽𝗶𝘁𝗼, 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗹’𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘁𝘂𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗮 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗩𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮‌ 𝗺𝗶𝗮 𝗲𝗱 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲.
L’ amore e la Divina Volontà uniti insieme formano la più grande offerta, il più bell’omaggio che la creatura può fare al suo Creatore, l’atto che più si rassomiglia all’atto nostro.
Perciò 𝘀𝘁𝗶𝗮𝗺𝗼𝗰𝗶 𝗮𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼 𝗱’𝗮𝗺𝗮𝗿𝗰𝗶 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗲 𝗱𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗮𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗺𝗽𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲.
𝗨𝗻𝗮 𝗩𝗼𝗹𝗼𝗻𝘁𝗮‌ 𝗗𝗶𝘃𝗶𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗶𝘂𝘁𝗮 𝗲𝗱 𝘂𝗻 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗮𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝘁𝘁𝗼, è la cosa più grande che si può trovare in Cielo ed in terra, ch’è solo del nostro Essere Divino e di chi si dà in balia del nostro Volere.
E poi figlia mia, perché tanto ti affliggi di ciò che hanno detto?
Io sono l’autore delle leggi e nessuno mi può sottoporre a nessuna legge, e perciò faccio quello che voglio e che più mi piace.
Il disporsi delle anime, il [dare da] compiere a chi un mio disegno, a chi un altro, è diritto che ho riservato a Me solo.
E poi qual è più, il ricevermi sacramentato ogni giorno, entrare nella loro bocca, scendere nello stomaco e forse anche in anime piene di passioni, per comunicare la mia vita, il mio sangue per mischiarlo col sangue loro, o dare un bacio, un abbraccio a chi mi ama e vive solo per Me?
Oh, come è vero che 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘂𝗺𝗮𝗻𝗮 𝗲‌ 𝗰𝗼𝗿𝘁𝗮 𝗲 𝗳𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗲 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗲 , 𝗲 𝗹𝗲 𝗽𝗶𝗰𝗰𝗼𝗹𝗲, 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗶, per la sola ragione che non sono comuni a tutti.
Oltre di ciò, tutto ciò ch’è passato tra Me e te, le tante intimità, i tanti eccessi del mio amore, le mie ripetute venute, lo richiedeva il dono della mia Divina Volontà, che dovevo far conoscere per mezzo tuo.
Se Io non ci venivo spesso, come potevo dirti tante cose della mia Divina Volontà?
𝗦𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝘁𝘂𝗼 𝗰𝘂𝗼𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗮 𝘀𝗲𝗱𝗲, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗺𝗶𝗼 𝘃𝗶𝘃𝗼 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗶𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲𝗿𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗶‌ 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗶𝗻𝘂𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗶𝗲 𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶.
Perciò dovrebbero comprendere che tutto ciò che ho fatto all’anima tua doveva servire alla mia Divina Volontà, la quale tutto merita, e doveva servire, nel sentire le mie tante condiscendenze amorose, a far comprendere quanto amo la creatura e quanto posso amarla per elevare la creatura al mio puro amore ed alla piena confidenza che deve avere verso chi tanto l’ama.
Perché se non c’è piena confidenza tra Me e la creatura, non si possono elevare a vivere nella mia Divina Volontà.
La sconfidenza mette sempre ostacolo all’unione tra Creatore e creatura, è la tarpatrice del volo verso chi tanto l’ama, la fa vivere rasente la terra, e ad onta che non ci cade, le fa sentire al vivo le sue passioni.
Molto più che la sconfidenza è stato l’atto debole nel corso dei secoli, e delle volte anche le anime buone sono state arretrate nel cammino delle virtù per causa della sconfidenza; ed Io per togliere questo sopore che produce lo spettro della sconfidenza, 𝗵𝗼 𝘃𝗼𝗹𝘂𝘁𝗼 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮𝗿𝗺𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲, 𝗲𝗱 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 più che padre e figlia, per richiamare non solo te, ma 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗶 𝗮 𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗮 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶, 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗰𝘂𝗹𝗹𝗮𝘁𝗶 𝗻𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗺𝗶𝗲 𝗯𝗿𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮, ed Io ho gustato, ed anche tu, com’è bello avere la creatura tutt’amore e tutta fiducia con Me; Io posso dare ciò che voglio ed essa non tiene nessun timore di ricevere ciò che vuole.
Onde, messo in ordine tra Me e la creatura la vera confidenza, viene tolto il maggiore ostacolo di far regnare la mia Divina Volontà nelle anime loro.
Perciò figlia mia, Io so dove tendono le mie mire, a che devono servire, ciò che faccio, e di grande e di bello, quando eleggo una creatura; loro che ne sanno?
E quindi hanno sempre da dire qualche cosa sul mio operato.
E se non fu risparmiata la mia breve vita quaggiù, quando la mia Santissima Umanità stava in mezzo a loro ed 𝗜𝗼 𝗲𝗿𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁’𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗼𝗿𝗼, 𝗲𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝘀𝗲 𝗺𝗶 𝗮𝘃𝘃𝗶𝗰𝗶𝗻𝗮𝘃𝗼 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝗮𝗶 𝗽𝗲𝗰𝗰𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 𝘁𝗲𝗻𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗰𝗼𝗿𝗼𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗠𝗲 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗲𝘀𝘀𝗶, ed Io li facevo dire, e senza dare peso al loro dire, facevo i fatti, mi avvicinavo di più ai peccatori, 𝗹𝗶 𝗮𝗺𝗮𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗽𝗶𝘂‌ 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝘁𝘁𝗶𝗿𝗮𝗿𝗹𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗺𝗮𝗿𝗺𝗶; 𝘀𝗲 𝗳𝗮𝗰𝗲𝘃𝗼 𝗶 𝗺𝗶𝗿𝗮𝗰𝗼𝗹𝗶 𝘁𝗲𝗻𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲‌ 𝗺𝗶 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗳𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻 𝗚𝗶𝘂𝘀𝗲𝗽𝗽𝗲; 𝘁𝗲𝗻𝗲𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗽𝗼𝘁𝗲𝘃𝗮 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗱𝗮 𝘂𝗻 𝗳𝗮𝗯𝗯𝗿𝗼 𝗶𝗹 𝗠𝗲𝘀𝘀𝗶𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗺𝗲𝘀𝘀𝗼, ed andavano suscitando dubbi sulla mia Divina Persona, tanto da formare nubi intorno al sole della mia Umanità;
ed Io suscitavo i venticelli per sbarazzarmi dalle nubi e ricomparivo più sfolgorante di luce in mezzo a loro, per compiere lo scopo della mia venuta sulla terra, qual era la Redenzione.
Perciò non ti maravigliare che sul modo come mi sono comportato con te hanno trovato da dire; e sebbene hanno formato le nubi intorno all’operato che ho tenuto con te, ma Io susciterò i miei venticelli per sbarazzarmi da queste nubi, e 𝘀𝗲 𝗮𝗺𝗮𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮‌ 𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗲𝗿𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗹 𝗺𝗼𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗺𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝘁𝗲, ad onta che Io non lo ho usato con altre anime, 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝗲𝗿𝗮 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗼, perché doveva servire alla nostra stessa Volontà per farla conoscere e farla regnare”.