5° incontro
da ” Il Regno della mia Divina Volontà in mezzo alle creature -LIBRO DI CIELO- Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio” – diario della piccola figlia della Divina Volontà Luisa Piccarreta.
Libro di Cielo vol. 34 Dicembre 8, 1935 (Come Dio non vuole fare nulla senza della sua Madre Celeste)
Oh! come ci sentivamo legati e come fatti prigionieri dell’amore di questa Vergine Santissima, molto più che come ci amava, adorava, pregava, operava, coll’atto crescente del nostro Fiat che possedeva rinchiudeva in sé il suo Creatore, come ci amava così ci sentivamo assorbiti in Lei senza poterle resistere, era tanta la sua potenza, che ci dominava e chiudeva in sé la nostra Trinità Sacrosanta, e Noi l’amavamo tanto che la facevamo fare ciò che Essa voleva; chi aveva cuore di negarle nulla?
Anzi ci sentivamo più felici di contentarla, perché un’anima che ci ama è la nostra felicità, perché sentiamo l’eco, la gioia della nostra felicità in essa, e chi possiede la nostra Volontà come vita è tutto per Noi.
Questo è il gran prodigio di chi possiede la nostra Volontà come vita, sentirsi in sé partecipare ai suoi stessi diritti divini, con questo sente che il suo amore non finisce mai, e ne tiene tanto che può amare per tutti e dar amore a tutti; col suo atto crescente non dice mai basta alla sua santità.
Molto più che la Sovrana Regina col possedere la nostra Volontà come vita, teneva sempre da darci, sempre da dire, ci teneva sempre occupati e Noi tenevamo sempre da dare, e sempre i nostri segreti amorosi da comunicarle, tanto che nulla facciamo senza di Essa, prima ce la sentiamo con Essa, poi la deponiamo nel suo materno cuore, e dal suo cuore scende nel fortunato che deve ricevere quel bene.
Sicché non vi è grazia che scenda sulla terra, non vi è santità che si formi, non vi è peccatore che si converta, non vi è amore che parta dal nostro trono, che prima non viene deposto nel suo cuore di Madre,
la quale forma la maturazione di quel bene,
lo feconda col suo amore,
lo arricchisce con le sue grazie, e se occorre, con la virtù dei suoi dolori
e poi lo depone in chi lo deve ricevere, in modo che chi lo riceve, sente Paternità Divina e la Maternità della sua Madre Celeste.
Possiamo fare senza di Essa, ma non vogliamo, chi avrà cuore di metterla da parte? Il nostro Amore, la nostra Sapienza infinita, il nostro stesso Fiat s’impone su di Noi, e non ci fa far nulla che non scenda per mezzo suo.
8 dic 1931 volume 30
DICE LUISA:
Sentivo il bisogno della mia Mamma Celeste, che mi aiutasse e che sostenesse i miei piccoli atti, affinché potessero incontrare il compiacimento ed il sorriso divino. E Gesù mia mi ha detto:
“Figlia mia, la nostra Mamma Celeste tiene il primato su tutti gli atti buoni delle creature. Essa, come Regina, tiene il mandato ed il diritto di fare la ritirata di tutti gli atti di essi negli atti suoi.
E’ tanto il suo amore di Regina e di Madre, che come la creatura si dispone a formare il suo atto d’amore, così dall’altezza del suo trono fa scendere un raggio del suo amore, investe e circonda l’atto d’amore di essi per mettervi del suo come primo amore, e come viene formato, così lo risale nel suo stesso raggio d’amore nella sorgente del suo amore e dice al suo Creatore:
“Maestà adorabile, nel mio amore che sempre sorge per Te, vi è l’amore dei figli miei fuso nel mio, che Io, con diritto di Regina, ho ritirato nel mio mare d’amore, affinché possa trovare nel mio l’amore di tutte le creature”.
Se adorano, se pregano, se riparano, se soffrono, scendono: il raggio dell’adorazione dall’altezza del suo trono, il raggio della sua preghiera, il raggio della sua riparazione, spicca il raggio vivificante da dentro il mare dei suoi dolori, ed investe e circonda l’adorazione, la preghiera, la riparazione, le sofferenze delle creature, e quando lo hanno fatto e formato l’atto, lo stesso raggio di luce li risale fino al suo trono e si fondono nella sorgente dei mari dell’adorazione, della preghiera, della riparazione, dei dolori della Mamma Celeste, e ripete:
“Maestà Santissima, la mia adorazione si stende in tutte le adorazioni delle creature, la mia preghiera prega nella preghiera di esse, ripara con le loro riparazioni e come Madre, i miei dolori investono e circondano le loro pene, non mi sentirò Regina se non corro e metto il mio atto primo sopra di tutti gli atti di essi, né gusterò le dolcezze di Madre se non corro per circondare, aiutare, supplire, abbellire, fortificare tutti gli atti delle creature, e così poter dire:
“Gli atti dei figli miei sono uno coi miei, li tengo in mio potere presso Dio per difenderli, aiutarli e come pegno sicuro che mi raggiungeranno in Cielo”.
Quindi figlia mia, tu non sei mai sola negli atti tuoi, hai la Mamma Celeste insieme con te, che non solo ti circonda, ma con la luce delle sue virtù alimenta l’atto tuo per dargli la vita, perché tu devi sapere che la Sovrana Regina, fin dal suo Immacolato Concepimento, fu la prima e sola creatura che formò l’anello di congiunzione tra il Creatore e la creatura, spezzato da Adamo.
Lei accettò il divin mandato di vincolare Dio e gli uomini, e li vincolava coi suoi atti primi di fedeltà, di sacrificio, di eroismo, di far morire la sua volontà in ogni suo atto, non una volta, ma sempre, per far rivivere quella di Dio.
Da ciò scaturiva una sorgente d’amore divino che cimentava Dio e l’uomo e tutti gli atti loro, sicché i suoi atti, il suo amore materno, il suo dominio di Regina, sono cemento che corrono, che cementano gli atti delle creature per renderli inseparabili dai suoi, meno ché qualcuno ingrato rifiuti di ricevere il cemento dell’amore della Mamma sua.
Quindi, tu dev’essere convita che intorno alla tua pazienza c’è la pazienza della Mamma Regina, che circonda, sostiene ed alimenta la tua intorno alle tue pene; ti circondano i suoi dolori che sostengono ed alimentano come olio balsamico la durezza delle tue pene, insomma, in tutto.
Lei è la Regina faccendiera che non sa stare in ozio sul suo trono di gloria, ma scende, corre come Madre negli atti e bisogni dei figli suoi.
Perciò ringraziala delle tante sue premure materne, e ringrazia Iddio che ha dato a tutte le generazioni una Madre sì santa, amabile e che ama tanto, che giunge a fare la ritiratrice di tutti gli atti loro per coprirli coi suoi e per supplire a ciò che in essi manca di bello e di buono”.